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Facebook è inquinato, e Zuckerberg lo sa

Aggiornamento: 31 gen 2019


"Permettere alle persone di condividere contenuti e rendere il mondo più aperto e connesso" era l'obiettivo iniziale di Zuckerberg, quando nacque Facebook. L'altro ieri, con un lungo post sulla sua pagina personale, il CEO del social network per eccellenza ha deciso di cambiare volto al suo gioiello.


Da oggi, Facebook avrà una nuova "mission": permettere alle persone di creare una comunità globale che funzioni per tutti, più solidale, più sicura, più informata, più impegnata civilmente e più inclusiva (tutto il lungo manifesto è possibile leggerlo, in inglese, qui). Insomma, una svolta umanitaria per il gigante del web. Non più un mezzo per risentire vecchi amici o rimanere connessi con i propri familiari, ma un vero e proprio luogo di incontro e di condivisione tra persone di tutto il mondo, con interessi e passioni comuni. E il cambiamento è stato evidente nel corso degli anni: "amici nelle vicinanze", "gruppi consigliati", oltre che le recenti possibilità di trovare e dare lavoro (per ora in USA e Canada), un nuovo mercatino online (sulla falsa riga di Subito.it et similia) che presto diverrà parte integrante del sito, così come le novità in arrivo dedicate a Messenger, come le "chat rooms", ovvero gruppi di persone per discutere di interessi comuni.


Chat Rooms Messenger

"Prevenire, gestire e riparare crisi" sia a livello globale (come epidemie, disastri naturali, terrorismo, emigrazioni, grazie al Safety Check) sia personale (depressione, violenze fisiche, crimini e tentativi di suicidio), grazie all'aiuto dell'Intelligenza Artificiale (la stessa che oggi ci ricorda del nostro compleanno, un giorno potrebbe rincuorarci se "ci sente" giù di morale). Per arginare il fenomeno del click-baiting e delle fake news, oltre al nuovo Fact Check richiesto e in fase di introduzione in diversi Paesi nel mondo (per verificare la veridicità delle notizie condivise), il team di Palo Alto è al lavoro per modificare l'algoritmo con cui vengono scelti i post visualizzati sulla home: se ora ci vengono proposti post e notizie simili tra loro, con magari trattati gli stessi argomenti da uno stesso punto di vista, in futuro questo potrebbe cambiare, consentendoci di leggere una stessa notizia sotto punti di vista differenti, per permetterci una visione meno distorta della verità (un tempo si usava dire che "la verità sta nel mezzo").

Zuckerberg ammette anche le sue colpe, impegnandosi attivamente in cinque ambiti che hanno visto Facebook inondato di critiche: la propaganda terroristica, il cyberbullismo, le fake news, il populismo anti-establishment e il recente scontro con Trump, oltre che il problema della privacy online e dei Community Standards (ovvero le regole da rispettare sul social) non sempre funzionali.


Tutto bello, o tutto molto interessante, direbbe Rovazzi. Ma a che livello era arrivato Facebook per necessitare di un simile intervento? Recente è il caso, che ha causato molto scalpore sul web e in tv, dei numerosi gruppi dedicati a "scambi di foto hot e di coppie" più o meno legittimi: gruppi chiusi in cui condividere foto di ragazze (o ragazzi) per eccitarsi leggendo i commenti. Una pratica, si potrebbe dire, al quanto diffusa sul web e, per quanto non apprezzabile, in generale legittima; se non fosse che molto spesso le foto ritraggono persone inconsapevoli di essere mostrate al "grande pubblico", e i commenti sfociano facilmente in vergognosi riferimenti a violenza e stupro.


Gruppi Facebook

Oltre a ciò, è ben noto che Facebook è diventato uno sfogatoio per i pensieri più beceri del nostro animo, un luogo in cui sfogarci credendo di essere immuni dietro un'identità virtuale. A parte le violenti critiche a nomi dello spettacolo e in particolare politici, portiamo come esempio il caso recente di una concorrente del programma di cucina Masterchef attualmente in onda su Sky. I responsabili dei social media del talent si sono visti costretti a rinnovare l'invito al rispetto della netiquette ("regole di convivenza"), cancellando centinaia di commenti ingiuriosi nei confronti della ragazza (Gloria, ndr), ritenuta "antipatica" e "spocchiosa" dai telespettatori e dunque meritevole di eliminazione immediata. Questo perché numerosi commenti avevano già inondato la pagina ufficiale della aspirante chef, costringendo i responsabili di Facebook ad una sospensione temporanea dell'account, visti gli espliciti, e insensati, riferimenti sessuali, e addirittura le minacce di morte.

Infine, un ultimo caso risalente all'anno scorso ma tuttora vivo e vegeto (ieri sera è stato oggetto del "trollstorm" la pagina ufficiale del programma E poi c'è Cattelan) è quello del gruppo Punta della lancia. Una delle apparizioni "più famose" di questo gruppo, formato da profili falsi dal dubbio gusto del divertimento, risale ad alcuni mesi fa, quando un uomo, poi fermato, ha tentato di uccidere la moglie sparandole con una pistola, riuscendo solo a ferirla non mortalmente. Prima del folle gesto, ha pubblicato diversi post sul suo profilo Facebook chiedendo scusa ai parenti e minacciando degli uomini che probabilmente avevano causato in lui uno squilibrio mentale. Successivamente, un "Purtroppo non ci sono riuscito" accompagnato dalla emoticon "delusa".


Pino Lama

Ancor peggio sono stati i commenti che dopo qualche giorno sono stati pubblicati sotto i suoi post: "Ci dispiace, riprovaci", "Ti aiutiamo noi", "Meritava di peggio", "Hai la nostra solidarietà", accompagnati da immagini di violenza, sangue e altre impossibili da descrivere, seguite dall'hashtag #puntadellalancia. Anche il profilo di Selvaggia Lucarelli è stato attaccato dallo stesso gruppo dopo qualche settimana, e ieri sera l'ultimo attacco al programma condotto da Alessandro Cattelan. Il solo pensare alle immagini condivise dai profili fake di queste persone mi provocano disgusto, ma soprattutto vergogna, per uomini (e donne) senza un minimo di pudore, sicuri, dietro la loro identità virtuale, di poter fare qualsiasi cosa rimanendo immuni a qualsiasi punizione.


Punta della lancia

Si spera che Facebook, così come anche gli altri giganti del web, prendano il prima possibile dei seri (e duri) provvedimenti contro queste persone che, in nome della "libertà di pensiero", sono riusciti ad inquinare anche l'immenso mare che è internet.

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