top of page
  • Immagine del redattoreIMPA

La precarietà della vita


La tentazione di scrivere subito era tanta. La paura di scrivere qualcosa di sbagliato lo era ancora di più. A poche ore da una tragedia, qualunque essa sia, ovunque essa accada, restare con la mente abbastanza lucidi da riuscire a scrivere qualcosa senza urtare la sensibilità di nessuno è difficile.


Ma ritengo impensabile rimanere impassibili trovandosi circondati da immagini di macerie, lacrime e soccorritori ovunque, sul web e in tv. Molti parlano di una fatalità annunciata. Alcuni già puntano il dito, altri, forse più coscienziosamente, decidono di aspettare qualche giorno. Non è il momento di fare processi, questo. E di sicuro non sarà il popolo della rete a decidere chi finirà sotto inchiesta.

La facilità che si ha su internet di condividere i propri pensieri, le proprie opinioni, è un'arma a doppio taglio. Lo sto facendo io, adesso, e sarei ipocrita se criticassi a tutto spiano il web. Ma, talvolta, davanti a situazioni del genere, sarebbe meglio limitarsi ad una parola di cordoglio, e niente più.


crollo autostrada Genova

Questa mattina un ponte è crollato a Genova. Era un'arteria autostradale percorsa da migliaia di camion e auto ogni giorno, costruita negli anni '60 e oggetto a manutenzione perenne a causa degli evidenti segni di cedimento strutturali. Manutenzione che si è rivelata insufficiente, evidentemente. Un enorme tratto autostradale di 200 metri è precipitato nel vuoto per circa 90 metri, infrangendosi sulle sottostanti ferrovie, paralizzando la città, sia per il traffico, che per il terrore.

Ma non mi soffermo sulla cronaca della tragedia, che al solo pensarci c'è da starci male. Decine di persone hanno perso la vita, e grazie all'intervento di centinaia di soccorritori, tra vigili del fuoco, protezione civile, forze dell'ordine e volontari, sembrerebbe che qualcuno sia stato estratto vivo dalle macerie. Io che ho vissuto un'esperienza simile un anno fa, sulle macerie della palazzina crollata a Torre Annunziata, capisco la difficoltà delle operazioni di salvataggio, e davanti a tante persone che con il cuore si adoperano per salvare qualche vita umana, c'è solo da stare in silenzio e ringraziare senza fine.


crollo autostrada Genova

Mi soffermo piuttosto su un'immagine, forse la più emblematica. Ci dimostra la fragilità della vita di ogni giorno, la necessità di vivere ogni istante come fosse l'ultimo. Perché non sappiamo con certezza cosa ci riservi il domani. Magari l'autista di quel camion ha ricevuto un segno. Ha visto la morte davanti a sé, e chissà quanto ci vorrà prima che si riprenda dallo shock. C'è da avere paura, non solo per la sicurezza del nostro Paese, ma per la precarietà della nostra vita terrena.

C'è da avere paura, perché non saremo mai sicuri di arrivare a destinazione.


crollo autostrada Genova

2 visualizzazioni0 commenti
bottom of page