top of page
  • Immagine del redattoreAlessandro Palermo

L'uomo che salvò il mondo

La fermezza di un russo ha impedito una probabile estinzione

Stanislav Petrov era un tenente colonnello dell'esercito sovietico durante gli anni della Guerra Fredda. Fidandosi ciecamente del suo intuito, nel 1983 evitò un disastro nucleare mondiale.


Solo un pulsante da premere

Era il 26 settembre 1983 quando, durante il periodo più duro della Guerra Fredda, nel silenzio della notte, senza che nessuno ne fosse a conoscenza, un colonnello sovietico salvò il pianeta Terra da un'inevitabile guerra nucleare.


La tensione tra USA e URSS era ai massimi livelli dopo che, poche settimane prima, il presidente americano Ronald Reagan definì l'Unione Sovietica come "L'Impero del male". Militari americani e sovietici passavano ogni minuto a controllare i radar in previsione di un attacco missilistico nemico, al quale si sarebbe dovuto inevitabilmente rispondere con testate nucleari, secondo la dottrina della Mutua Distruzione Assicurata. A tal proposito, nel bunker russo Serpuchov 15, vicino Mosca, Petrov era intento a controllare i dati provenienti dal "gioiello informatico" Krokus, fiore all'occhiello della tecnologia tedesca e definito impeccabili dagli alti vertici della Difesa.


Alle 00:14 (orario in Russia) il sistema satellitare rivelò il lancio di un missile da una base statunitense in Montana. Le regole in caso di simili avvenimenti erano chiare: attivare l'allarme e prepararsi ad un contrattacco nucleare su vasta scala contro gli Stati Uniti. Tuttavia, l'allora tenente colonnello disattese gli ordini, supponendo si trattasse di un errore di sistema, per molteplici motivazioni: in caso di attacco, entrambe le potenze avrebbero utilizzato quante più testate missilistiche possibili contemporaneamente, per apportare quanti più danni possibili; inoltre, la presenza del missile non era stata rivelata da un altro sistema di radar terrestri della Difesa, e il sistema Krokus non era stato esente da altri errori in precedenza.


La situazione divenne ancora più tesa quando, pochi minuti dopo, il sistema rivelò il lancio di altri quattro testate, per un totale di cinque in meno di mezz'ora. Temporeggiare ancora in attesa di conferma certa dell'attacco in corso sarebbe significato non avere tempo sufficiente per preparare un contrattacco, ma lanciare l'allarme ai superiori sarebbe invece significato dare inizio ad una Terza Guerra Mondiale dal carattere catastrofico.


Petrov doveva decidere: nel caso in cui i missili fossero realmente in volo verso l'URSS, milioni di cittadini sarebbero morti all'istante, mentre scaricare tutto il proprio arsenale nucleare contro gli USA significava radere al suolo un intera nazione, forse per un errore. Il colonnello, contro il pensiero di alcuni tecnici presenti nel bunker con lui, decise di non premere quel pulsante. Quel piccolo gesto comportò la salvezza di decine di milioni di persone.


L' infallibile (?) Krokus

Di questo avvenimento se ne venne a conoscenza soltanto 10 anni dopo, quando ormai l'URSS era decaduto, grazie ad una autobiografia del generale Yury Votintsev, nell'83 superiore di Petrov. Questa "menzione" fu l'unico riconoscimento che ebbe Stanislav in quegli anni, tra l'altro minimizzata dai vertici sovietici che accusarono il tenente di non aver assolto ai suoi doveri decidendo di non avvisare i superiori del probabile attacco missilistico. Nei mesi successivi all'evento, venne sempre più allontanato dalle mansioni di responsabilità che ricopriva fino a quel momento, fino ad essere costretto al pensionamento anticipato, dopo il quale andò a vivere da solo, lontano dalla notorietà che avrebbe dovuto avere l'autore di un simile gesto.


Si scoprì che l'ineffabile Krokus in realtà fallì a causa di una rara congiunzione astronomica tra Terra, Sole e il sistema satellitare OKO, che provocò il riconoscimento da parte del sistema di una particolare rifrazione di luce solare sulle nuvole come missili.


Solo negli anni 2000 a Petrov sono stati consegnati diversi riconoscimenti e gli è stato permesso di parlare alle Nazioni Unite, oltre che aver ricevuto un premio simbolico di 1000 dollari per il suo coraggio. Mille dollari per aver salvato la Terra. Inoltre, sono stati realizzati due film riguardanti l'evento, The red button (2011) e The man who saved the world (2014). Particolare coincidenza fu che, due settimane dopo quella fatidica data, in America veniva trasmesso dalla ABC il film The Day After, che trattava proprio l'argomento di una guerra nucleare e delle sue conseguenze.


Stanislav Petrov non è stato l'unico uomo ad aver impedito lo scatenarsi di una Grande Guerra, anzi. In special modo durante la Guerra Fredda furono numerosi i falsi allarme che avrebbero potuto provocare uno scambio reciproco di testate nucleari tra USA e URSS, e un altro caso, risalente al 1962, vide coinvolto invece un sottoufficiale americano in una circostanza molto simile a quella del russo.




12 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page